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Anime in crisi, appello al Giappone: precariato e stipendi bassi affamano gli animatori

Il rapporto del Japan Research Institute boccia il settore: la richiesta di nuovi titoli aumenta ma non i guadagni e le risorse


Anime in crisi: i manga adattati dallo studio MAPPA
Anime in crisi: i manga adattati dallo studio MAPPA

Autori che vivono al limite della sopravvivenza mentre in giro per il mondo la richiesta di nuovi manga (e con essa quelli di adattamenti anime) aumenta sempre di più, mentre le condizioni lavorative si avvicinano pericolosamente a un vero e proprio sfruttamento: è drammatica la situazione in cui viene a trovarsi l'industria degli anime e dei manga in Giappone, dove la crisi economica e sociale rischia di schiacciare un settore che, almeno in teoria, sarebbe in piena fioritura. Le serie animate giapponesi non guadagnano: questo è quanto emerge dallo studio condotto dal Japan Research Institute, che ha rivelato troppe crepe nel settore dei fumetti e dell'animazione giapponese. Una situazione che ha portato gli animatori a protestare, come nel caso emerso nello Studio MAPPA (Maruyama Animation Produce Project Association).



Lo studio: stipendi bassi per gli animatori e poche risorse secondo il Japan Research Institute


I lavoratori degli studi di animazione giapponesi (quando tutto non viene delocalizzato verso altri paesi all'estero) vengono pagati poco. Troppo poco per riuscire a sopravvivere dignitosamente. Questo, almeno, per quanto riguarda quelli meno famosi. Una situazione insolita considerando che, negli ultimi 10 anni, il mercato degli anime è cresciuto considerevolmente, arrivando a superare di sei volte quello nazionale. La richiesta di nuovi titoli è sempre più alta ma, come rilevato dal Japan Research Institute, mancano le risorse necessarie per soddisfare la domanda internazionale. Secondo lo studio circa il 25% degli artisti lascia il settore entro i primi 4 anni e fino al 68% entro gli 8 anni, principalmente a causa delle retribuzioni scarse. Va poi detto che gli studi ricevono soltanto il 6% delle vendite internazionali delle opere create. Secondo l'istituto, che boccia l'andamento attuale del settore su ogni fronte, c'è bisogno di un generale aumento di stipendi e di maggiore regolamentazione del lavoro.



Il caso MAPPA: lo sfruttamento dei lavoratori dietro Titani, Pirati e Motoseghe


Mentre ovunque si parla dello splendido Il Ragazzo e L'Airone dello Studio Ghibli emerge la spiacevole situazione lavorativa degli animatori che, in Giappone, vengono trattati alla stregua degli schiavi. Sotto i riflettori lo studio MAPPA, che negli ultimi tempi ha dato vita ad anime di grande successo come Attack on Titan, Jujutsu Kaisen, Chainsaw Man e Vinland Saga. Ed è stato così che mentre i fan si complimentavano per la qualità di alcuni episodi di Jujutsu Kaisen (persino il creatore Gege Akutami non ha potuto non dichiararsi soddisfatto), alcuni collaboratori dello Studio MAPPA hanno rivelato le agghiaccianti condizioni in cui si trovano a lavorare. "Ho perso i contatti con il team di produzione, quindi non mi è stato dato il pagamento e non sono riuscito nemmeno a mettere il mio nome nei titoli di coda. Poco dopo la fine dell'episodio 29, sono intervenuto e ho supervisionato lo storyboard e il layout" ha raccontato l'animatore Sunomomo.

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